Terrorismo: inneggiava alla jihad sul web, arrestato

“…cerca di interessarti al martirio…la jihad andrà avanti fino alla fine” così un cittadino pakistano, attraverso Facebook, promuoveva la jihad con foto e commenti inneggianti alla violenza e al martirio.

Questa mattina la Digos della questura di Enna lo ha arrestato a Mantova e ha eseguito perquisizioni nelle province di Mantova, Enna, Prato, Milano e Como dove l’uomo ha soggiornato.

L’indagine è partita lo scorso anno dal Centro di accoglienza “Città del Sole” di Piazza Armerina, in provincia di Enna dove l’uomo, ospite per un periodo, si era reso responsabile di episodi di violenza insieme ad altri connazionali.

In effetti, si era rivelato il leader di un gruppo all’interno del Centro e gli investigatori, durante l’indagine, hanno appurato che gestiva due profili Facebook dove pubblicava foto, documenti, video e frasi inequivocabilmente inneggianti alla violenza con finalità di terrorismo e contro l’ordine democratico.

Anche le intercettazioni telefoniche avevano dato conferma agli investigatori della sua attività terroristica con riferimenti ad addestramenti militari e disponibilità di armi.

fonte Polizia di Stato

Seminario “Riflessioni sulla Sicurezza in Italia” al Senato della Repubblica

fonte Polizia di Stato

Il seminario “Riflessioni sulla Sicurezza in Italia” è dedicato a Luigi De Sena che ricoprì diverse cariche istituzionali come vice capo della Polizia, prefetto di Reggio Calabria e senatore e vice presidente della commissione antimafia.

Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, all’apertura dei lavori ha detto “In questi tempi bui ci ritroviamo spesso a commentare con dolore i casi che la cronaca rimanda di persone che hanno tradito, venduto, infangato le istituzioni e i propri doveri di politici, amministratori, funzionari dello Stato. Per questo oggi sono felice di potere ricordare la vita limpida, priva di clamore e protagonismi, di un uomo che ha dedicato le sue energie ai diritti dei più deboli, alla democrazia e alla giustizia. Finchè nelle nostre istituzioni ci saranno uomini come Luigi De Sena io saro’ orgoglioso di servire questo Paese, che profondamente amo”.

Il capo della Polizia Alessandro Pansa durante il suo intervento ha sottolineato che “Nei primi otto mesi di quest’anno nel nostro Paese i reati sono calati del 10 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ma, la percezione della sicurezza è ancora scarsa e resta un tema fondamentale”. “In una fase in cui l’ambito della repressione tendenzialmente si restringe, vanno allargate e rese più forti le maglie della prevenzione. E questo vale per la criminalità comune, per quella organizzata e per il terrorismo. Senza dimenticare che oggi la vera minaccia è sulla rete: il cybercrime, secondo tutte le agenzie investigative del mondo, è il pericolo più grande, ed è un pericolo reale, non un mondo a parte, che produce nuovi comportamenti devianti e, a tempo stesso, è al servizio degli altri settori criminali. La prevenzione in questo settore, è ancora meno visibile al cittadino, ma è ancora più fondamentale”.

di Umberto Buzzoni

“Una meta per la sicurezza ferroviaria”: Il progetto di Polizia, Ferrovie e Federazione Italiana Rugby

fonte Ministero dell'Interno

fonte Ministero dell’Interno

Riparte, con l’edizione 2015, il progetto di Polizia, dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF) e Federazione Italiana Rugby chiamato “Una meta per la sicurezza ferroviaria”.

Nel centro sportivoCapo I Prati” di Fiuggi (FR) ieri vi sono stati momenti dedicati all’educazione alla legalità e giochi a tema sulla sicurezza ferroviaria, la proiezione di filmati e la distribuzione di materiale divulgativo presso gli stand. Nelle tappe estive sono stati coinvolti oltre 4.500 ragazzi e sono previsti altri appuntamenti in tutta la penisola nella sessione autunnale.

Circa 700 bambini hanno partecipato alle due giornate dedicate all’uso consapevole del treno, imparando le regole per la sicurezza nelle stazioni e nei passaggi a livello, e vi sono state anche occasioni per divertirsi giocando a rugby con i poliziotti e gli atleti delle Fiamme Oro.

Il progetto è volto ad informare i più giovani perché per comportamenti imprudenti e l’inconsapevolezza dei pericoli presenti sullo scenario ferroviario sono a rischio come dimostra il dato che nel 2014 le vittime sotto i 20 anni sono state 9 (aumento dell’80% rispetto al 2015).

di Umberto Buzzoni

Pozzuoli. Rapina a un centro scommesse, la polizia arresta un quindicenne. Caccia al complice

Ha solo 15 anni il giovanissimo rapinatore arrestato, nella serata di ieri, dagli agenti del commissariato di polizia di Pozzuoli all’uscita di una sala scommesse, dove con un complice, arma in pugno, aveva portato via l’incasso di oltre 1.250 euro.

Nell’ambito dei controlli del territorio, poco dopo le 20 di ieri, l’attenzione dei poliziotti è stata attratta da un uomo che gesticolava in direzione di una sala scommesse in Corso Umberto I. Gli agenti, velocemente, dopo aver parcheggiato l’auto di servizio poco distante dalla sala scommesse, in maniera da non essere scorti, si sono diretti a piedi verso l’ingresso, vedendo uscirne, in quel preciso momento, due giovani. I due, alla vista della polizia, hanno dapprima tentato la fuga a bordo di una Vespa, parcheggiata davanti al locale, per poi scappare a piedi in direzioni opposte.

G.D.C., di 15 anni, è stato bloccato dopo una breve fuga, mentre il complice è riuscito a far perdere le sue tracce. Indosso al giovane, i poliziotti hanno rinvenuto, nella tasca dei pantaloni, una pistola giocattolo, perfetta replica di un’arma da sparo del tipo semiautomatico, priva del tappo rosso e, all’interno di una busta in plastica, due cappellini di lana, ai quale erano stati praticati due fori, a mo’ di passamontagna, oltre a numerose banconote di vario taglio, pari alla somma di 1.252,70 euro. In evidente stato di choc la dipendente del centro scommesse, che confermava d’esser stata rapinata dell’incasso della giornata, pochi secondi prima.

I poliziotti hanno accertato che la Vespa era stata rubata ad una donna 2 mesi fa, in Via Cavone San Gennaro dei Poveri, provvedendo alla restituzione alla legittima proprietaria. Il 15enne è stato arrestato e condotto al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, perché responsabile, in concorso con altra persona, del reato di rapina aggravata e ricettazione. Acquisite dalla polizia le immagini del sistema di videosorveglianza della sala scommesse, che potranno essere utile all’identificazione del complice del 15enne.

fonte Il Mattino

Finisce l’obbligo di esporre l’assicurazione sui veicoli

Dal 18 ottobre non è più obbligatorio esporre il contrassegno di assicurazione r.c. auto su tutti i veicoli a motore; rimane l’obbligo di avere al seguito il certificato di assicurazione.

Infatti in caso di controlli da parte degli organi di polizia, si può dimostrare di aver assicurato il veicolo esibendo la documentazione contrattuale in proprio possesso, compresa la ricevuta di pagamento del relativo premio, che prevale rispetto alla consultazione della banca dati.

Il conducente, quindi, pur non avendo più l’obbligo di esporre sul veicolo il contrassegno di assicurazione, con il numero della targa e l’indicazione dell’anno, mese e giorno di scadenza, dovrà continuare ad avere con se il certificato di assicurazione, da esibire in sede di controllo agli agenti.

Sul portale dell’automobilista, all’indirizzo www.ilportaledellautomobilista.it, è possibile verificare la presenza della copertura assicurativa dei veicoli.

fonte Polizia di Stato

Premiazione degli autori degli spot e dei video finalisti di “Vivere da Sportivi – A Scuola di Fair Play”

fonte Polizia di Stato

fonte Polizia di Stato

Si è svolta a Roma, presso la Scuola Superiore di Polizia, la serata conclusiva di “Vivere da Sportivi – A Scuola di Fair Play“. E’ stata intitolata così l’iniziativa rivolta agli studenti delle scuole italiane di secondo grado che attraverso lo sport vuole far riflettere i ragazzi su aspetti come la solidarietà, il rispetto per l’avversario, l’integrazione dei “diversi” e la lotta al doping.

Gli autori degli spot e dei video di “Vivere da Sportivi – A Scuola di Fair Play” risultati finalisti e presenti a Roma per la premiazione hanno poi visitato i centri sportivi dell’Esercito e della Polizia di Stato e le strutture monumentali del CONI. Nel corso dell’evento gli studenti hanno anche incontrato diversi atleti di fama nazionale ed assistito all’esecuzione di alcuni brani eseguiti dalla Banda Musicale della Polizia di Stato.

di Umberto Buzzoni

Oggi a Roma la Manifestazione “Divise in Piazza”

fonte Ansa

fonte Ansa

Si è svolta oggi a Roma, in piazza Montecitorio, la manifestazione di protesta “Divise in Piazza”, promossa dalle rappresentanze sindacali delle Forze di Polizia SAP, CONSAP, COISP (Polizia di Stato), SAPPE (Polizia Penitenziaria), SAPAF, UGL (Corpo Forestale dello Stato) e CONAPO (Vigili del Fuoco).
La manifestazione si è tenuta nel giorno in cui il Governo stava varando la legge di Stabilità ed aveva come obiettivo quello di chiedere adeguati stanziamenti per il rinnovo dei contratti di lavoro dei Vigili del Fuoco e delle Forze di Polizia, dopo sei anni di blocco. Tra le motivazioni della protesta anche la mancata convocazione dei sindacati del “Comparto Sicurezza” in vista della manovra e la gestione della riorganizzazione delle forze dell’ordine.

Le rappresentanze sindacali, partendo dall’assunto che quest’estate la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il protrarsi del blocco dei contratti del pubblico impiego, e considerando troppo esiguo l’aumento stipendiale previsto nella manovra governativa (circa 10 euro lorde al mese), hanno chiesto di reperire i fondi nella legge di Stabilità per un “adeguato indennizzo” una tantum di 1.500 euro, che corrisponderebbe ad un quarto di quanto è costato ai lavoratori della sicurezza il blocco a partire dal 2009, e un aumento di 100 euro netti al mese per il contratto triennale.

Nella circostanza, alcuni dirigenti sindacali hanno sottolineato che, in realtà, i motivi di malessere di uomini e donne del comparto sicurezza sono infiniti, tra i quali spicca la “militarizzazione” del Corpo Forestale dello Stato, che annulla esperienze e professionalità, spacciando per riforma una “riformicchia” che non porterà alcuna utilità al sistema sicurezza. Hanno affermato, altresì, che le motivazioni che hanno spinto la quasi totalità dei sindacati in piazza, si riferiscono: contro i tagli alla Polizia Penitenziaria e al sistema giustizia e delle carceri (sarebbe necessario promuovere, in primis, l’istituzione di una Direzione Generale che riconduca a sé tutte le competenze del Corpo, ad oggi frammentate e spezzate in più articolazioni); contro lo spreco continuo di denaro e gli ipotizzati tagli ad autopompe dei Vigili del Fuoco e Volanti della Polizia di Stato, al fine di salvaguardare poltrone, prebende e privilegi (sarebbe necessario, a tal riguardo, provvedere alla unificazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con quello dei Vigili del Fuoco); contro gli inaccettabili tagli agli uffici, al personale, alle divise, ai mezzi e alle strutture, che hanno debilitato e ridotto al collasso l’apparato della Sicurezza; contro l’inaccettabile inerzia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che ancora non ha attuato, nella Polizia di Stato, la riforma delle carriere varata ben 15 anni or sono (correva l’anno 2000), che prevedeva, tra l’altro, l’istituzione del Ruolo Direttivo Speciale, ruolo mai nato; contro la mancata copertura delle vacanze organiche: “Abbiamo 43mila uomini in meno tra tutte le forze dell’ordine, prossimamente chiuderanno altri 300-400 presidi e da sei anni abbiamo il contratto fermo. Non possiamo accettare che il Governo ci offenda e ci umili con 10 euro di aumento lordi” – queste alcune delle parole pronunciate dal Segretario Generale del SAP, Gianni Tonelli, in occasione del suo intervento in piazza Montecitorio.

Insomma, non una ma molte le ragioni della protesta degli appartenenti alle forze dell’ordine, i quali si sentono mortificati dalle politiche governative, nonostante il meritorio impegno con cui, pur tra mille disagi e sacrifici, sia personali che familiari, cercano di tutelare quotidianamente l’ordine e la sicurezza pubblica, mettendo di sovente a repentaglio la propria incolumità.
Sono intervenuti a sostegno della manifestazione diversi esponenti politici dell’area di centro – destra, tra cui Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi, Nunzia Di Girolamo, Daniela Santanchè, Laura Ravetto. Di certo, però, quello che ha richiamato in modo particolare l’attenzione è stato il Segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, il quale indossava una maglietta blu con le mostrine e la scritta “Polizia”, molto simile a quella in dotazione alla Polizia di Stato.

Peraltro, per dovere di cronaca e rispetto della verità storica, non si può non rilevare che diverse furono le manifestazioni di protesta, le cui ragioni non erano sostanzialmente diverse da quelle di oggi, che si svolsero anche quando partiti e movimenti di appartenenza dei predetti esponenti politici erano parte attiva della componente governativa. Non hanno aderito alla protesta il SIULP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, il SIAP, l’ANFP, ed altre sigle minori.

In particolare, dura è stata la presa di posizione contro la manifestazione da parte dei vertici di SIULP, SIAP ed ANFP, che così si sono espressi: “Le divise sono simbolo di abnegazione e sacrificio, di responsabilità e diuturno impegno. E’ inaccettabile che vengano usate per blandire i poliziotti, tentare di carpirne il consenso e di condizionarne il giudizio. Col Governo abbiamo sempre cercato di instaurare un rapporto costruttivo e leale, anche nella dialettica, a volte dura, delle rispettive posizioni e non possiamo che biasimare chi degrada la sicurezza a strumento di lotta politica e di sterile contrapposizione. Siamo certi che questa strumentale pagliacciata non sortirà alcun effetto, ma vogliamo sottolineare, con forza, la nostra estraneità a questo modo di fare sindacato. Non è di questo che ha bisogno la Polizia di Stato”.

Dott. Rosario Calardo

Spacciavano anche davanti alle scuole, fermati con l’operazione “Thor”

Avevano il totale controllo dello spaccio nel quartiere Piano Napoli del comune di Boscoreale (Napoli), e non si facevano scrupolo di vendere la droga anche davanti a una scuola elementare.

Questa mattina i criminali hanno ricevuto una vera e propria “martellata” con l’operazioneThor” (divinità scandinava nota come dio del tuono, raffigurato sempre con il suo leggendario martello), che ha concluso l’indagine del commissariato di Torre Annunziata iniziata a fine 2011.

Sono 23 le ordinanze, emesse dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, eseguite questa mattina dagli uomini del commissariato insieme ai colleghi della Squadra mobile partenopea: dieci persone sono finite in carcere mentre sono quattro gli obblighi di dimora notificati; altri nove provvedimenti sono stati comunicati direttamente in carcere a persone già recluse.

L’attività investigativa nasce dalla tenacia e dalla perseveranza dei poliziotti del commissariato di Torre Annunziata, i quali, dopo ore e ore di appostamenti sui tetti del quartiere, con intercettazioni, fotografie e riprese video, sono riusciti a documentare almeno 98 episodi di spaccio, anche se in realtà ne sarebbero avvenuti almeno 1.600.

Molti di questi sono avvenuti davanti a una scuola elementare, a pochi metri da bambini fortunatamente ancora troppo piccoli per capire cosa stesse avvenendo di fronte a loro.

Tra gli arrestati ci sono anche cinque donne, ognuna delle quali aveva compiti di rilievo all’interno dell’organizzazione; in particolare una di queste, moglie del capo clan già detenuto, ricopriva un ruolo di vertice.

Nel corso dell’indagine i poliziotti hanno sequestrato oltre due chili di canapa indiana e marijuana, e quasi un chilo e mezzo di cocaina.

Nonostante il capo fosse in carcere, il gruppo criminale Tesseri era riuscito a mantenere l’egemonia dello spaccio nel quartiere, nel quale nessun altro poteva vendere droga senza l’autorizzazione del boss. E quando qualcuno ci ha provato, ha pagato lo sgarro con la vita; il 7 febbraio scorso Mauro Buonvolere, un 21enne con precedenti per spaccio e armi, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in una via di Boscoreale, nei pressi di una piazza di spaccio che si trova al confine con il territorio di Torre Annunziata.

fonte Polizia di Stato

Uccide madre e figlia a colpi di accetta, preso il killer di Pordenone

Ci sarebbero questioni economiche dietro al massacro di due cittadine cinesi, madre di 49 anni e figlia di 22, avvenuto ieri sera a Pordenone. Poco dopo, due equipaggi delle Volanti hanno fermato il probabile autore del duplice omicidio: si tratta di un connazionale delle due vittime.

L’uomo, un 58enne regolarmente residente a Milano, stava litigando in viale Marconi con un altro cittadino cinese più giovane; erano le 21.15 e un passante ha segnalato la lite al 113, che ha subito inviato le Volanti insieme ad altrettanti equipaggi dei Carabinieri.

Mentre separavano i contendenti i poliziotti si sono accorti che uno dei due aveva mani e vestiti sporchi di sangue, mentre l’altro diceva agli agenti di temere che al primo piano della sua abitazione, al civico 19 di quella via, fosse accaduto qualcosa di grave e che l’uomo insanguinato non voleva farlo entrare in casa sua.

Dopo aver raggiunto l’appartamento i poliziotti hanno trovato le due donne in un lago di sangue, uccise a colpi di arma da taglio, colpite al collo e alle braccia, probabilmente con un’accetta da cucina.

I due orientali sono stati fermati e portati in Questura per essere interrogati dagli investigatori della Squadra mobile.

Il probabile assassino, consuocero della vittima più anziana, era arrivato in città con il treno proveniente da Milano, e il duplice omicidio sarebbe avvenuto al termine di un violento litigio con le vittime.

Subito dopo l’uomo è stato bloccato in strada dal genero, nonché figlio e fratello delle vittime, con il quale è nata la colluttazione.

fonte Polizia di Stato

Foggia: presa la banda dei caveou nell’operazione “Double Key”

Sono stati arrestati, questa mattina, dagli uomini della Squadra mobile di Foggia i quattro componenti di una banda di criminali specializzata in furti nelle banche e in rapine. Una quinta persona è ancora ricercata.

L’indagine ha preso il via nel giugno 2014 dopo la rapina nel caveau di un Istituto di vigilanza della città.

Immediatamente l’attenzione degli investigatori si era concentrata su due guardie giurate dell’Istituto, e successivamente tramite intercettazioni telefoniche, ambientali e osservazione, gli agenti hanno scoperto che i due dipendenti erano complici di tre pregiudicati del posto.

Infatti, fornivano informazioni sugli Istituti di credito da colpire e duplicavano le chiavi d’accesso per entrare e svuotare le cassette di sicurezza dei caveou.

Infine la banda si è resa responsabile anche di una rapina a mano armata con sequestro di un trasportatore di prodotti farmaceutici fatta sulla tangenziale di Foggia. In quella circostanza la banda era riuscita a portar via merce per un valore stimato di circa 100mila euro.

fonte Polizia di Stato