Cancellieri: «Alle intimidazioni bisogna rispondere con serenità e fermezza»

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno ha riunito nella prefettura di Reggio Calabria i cinque prefetti della regione. A Locri, nel pomeriggio, ha incontrato i sindaci assicurando loro «il massimo impegno». Firmata dal PON Sicurezza la Convenzione per la Stazione Unica Appaltante

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha incontrato questa mattina nella prefettura di Reggio Calabria i cinque prefetti della regione per fare il punto della situazione calabrese: «Ci siamo detti cosa fare per lavorare meglio – ha detto il ministro – ed è venuto da parte dei prefetti un forte impegno a lavorare».
Al termine della riunione il ministro Cancellieri si è spostato al teatro Cilea per partecipare ad una manifestazione promossa dal coordinamento nazionale antimafia ‘Riferimenti’, alla quale ha preso parte anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, in occasione del trentennale dell’omicidio dell’imprenditore Gennaro Musella, e che ha aperto le iniziative della tradizionale ‘Gerbera Gialla’.
Il ministro ha consegnato una targa del Capo dello Stato alla figlia dell’imprenditore, Adriana Musella, presidente di ‘Riferimenti’: «Musella è un eroe dei nostri tempi ha detto – è morto perchè voleva essere uomo, uno che esigeva i suoi diritti. Non è morto invano. Il suo esempio è un messaggio di speranza. In questi tempi è difficile essere giovani e per voi lo è ancora di più. Ma se non consentirete a nessuno di farvi rubare la vita, la morte di Gennaro Musella sarà un esempio fulgido».
Nel primo pomeriggio il ministro ha incontrato a Locri Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace che aveva ricevuto intimidazioni, e poi i 42 sindaci che nelle scorse settimane avevano minacciato le dimissioni.
«Alle intimidazioni bisogna rispondere con serenità e fermezza, come abbiamo visto fare da qualche sindaco coraggioso» ha dichiarato il ministro, che ha proposto l’apertura immediata di un tavolo di concertazione tra Stato, Regione ed Enti locali. «Il tavolo di concertazione lo apriamo subito. Sono tematiche complesse che avranno bisogno dei loro tempi. L’unica cosa che mi sento di promettere e di cui sono certa è il massimo impegno non solo mio ma anche da parte degli altri componenti del Governo».
Per quanto riguarda il tema dei beni confiscati, il ministro ha detto che sull’argomento «si sta lavorando perchè il loro utilizzo sia fatto al meglio». Cancellieri ha ribadito anche che l’esecutivo intende porre un freno al problema dell’isolamento del comprensorio nel settore trasporti, del completamento in tempi rapidi della nuova statale 106, e lo sblocco delle risorse paralizzate dal patto di stabilità.
Alla presenza del ministro è stata poi firmata la Convenzione sulla Stazione Unica Appaltante tra l’Autorità di Gestione del PON Sicurezza, prefetto Nicola Izzo, il prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli, il vice provveditore Interregionale per le Opere Pubbliche Sicilia e Calabria Livio Persano e i sindaci della Locride.

Cancellieri: «Lavorare insieme per accrescere la trasparenza e legalità in Italia»

da Ministero dell’Interno

Firmato al Viminale, tra il ministero dell’Interno ed Enel, il Protocollo quadro nazionale contro le infiltrazioni della criminalità organizzata e per la tutela della legalità

«Lavorare insieme è una grande sfida, da raccogliere con entusiasmo, per dare la possibilità al Paese di ‘fare sistema’ con un’azienda presente su tutto il territorio nazionale e per accrescere la trasparenza e la legalità in Italia». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, nel corso della conferenza stampa per la firma con l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti, del Protocollo quadro nazionale di legalità per prevenire e ridurre il rischio di infiltrazioni e interferenze della criminalità organizzata nelle operazioni e nelle attività dell’importante azienda italiana del settore energetico.
Il protocollo, come ha illustrato il vice capo di Gabinetto Vincenzo Cardellicchio, rappresenta un esempio innovativo di collaborazione tra la pubblica amministrazione ed il settore privato. Il fine è quello di prevenire il rischio di potenziali infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività dell’Enel, come previsto dalle disposizioni dell’Unione europea che incoraggiano gli Stati membri a sviluppare partenariati tra i settori pubblico e privato, per ridurre gli effetti causati dal crimine nelle attività delle aziende.
Sono due gli obiettivi principali dell’accordo, che durerà tre anni e sarà rinnovabile: ridurre il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore energetico e realizzare un contesto di sicurezza e legalità per garantire un sano sviluppo economico coinvolgendo la responsabilità sociale delle aziende, per sancire il modello di ‘impresa etica’.
A livello centrale sono previsti contatti diretti tra il ministero dell’Interno e l’Enel e, novità importante, sono programmati a livello territoriale collegamenti diretti tra le prefetture presenti sul territorio e le sedi locali dell’azienda, attraverso specifici accordi di partenariato. Sarà creata, inoltre, una ‘cabina di regia dedicata’ che avrà il compito di monitorare l’attività ed individuare gli obiettivi strategici con la possibilità di stipulare specifici accordi con le prefetture.
Soddisfazione è stata espressa, infine, dall’amministratore delegato Conti, perché oggi «è stato sancito lo spirito di collaborazione tra Enel e ministero dell’Interno, nato lo scorso febbraio con la sottoscrizione del protocollo d’intesa che ha istituito l’Osservatorio nazionale sui furti di rame». E’ di vitale importanza, ha dichiarato Conti, «aver esteso in modo più ampio i rapporti di partenariato, perché Enel è un’azienda con decine di migliaia di istallazioni sul territorio italiano, con un milione e mezzo di azionisti ma soprattutto che garantisce lavoro a tantissime persone».

Antimafia, più forza al protocollo di salvaguardia ambientale per Caserta

 da Ministero dell’Interno

Il ministro Cancellieri nella città campana per presiedere una riunione tecnica interforze e per la firma del documento che integra l’accordo del 2011 contro le ecomafie: «Il lavoro è intensissimo, il modello Caserta molto efficace». Attenzione alta contro il rischio inquinamento voto per le amministrative

Nuovi soggetti hanno aderito al protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della provincia di Caserta contro le ecomafie del 2011, e le istituzioni hanno rinnovato il loro impegno nel perseguimento dei suoi scopi con la firma, questa mattina, nella prefettura della città campana, dell’addendum al protocollo. A presenziare alla firma, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri insieme al procuratore di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo e al prefetto Carmela Pagano.
Il documento di adesione al protocollo promosso nel 2011 dalla prefettura di Caserta e dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è stato siglato oggi dall’Università degli studi di Napoli Parthenope, dall’amministrazione provinciale di Caserta, dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa Campania) e dal Centro italiano ricerche aerospaziali. L’obiettivo dell’addendum al protocollo è dare un affondo alla lotta contro le urgenze ambientali del casertano: discariche abusive, scarichi nelle acque reflue non autorizzati, sversamento illecito dei residui della produzione caseraria, solo per fare qualche esempio. La strada è unire forze e risorse per dare il massimo supporto all’attività investigativa.
Cancellieri, prima della firma, ha presieduto in prefettura una riunione tecnica di coordinamento delle Forze di polizia delle province di Napoli e Caserta, proprio mentre Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza eseguivano 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti al clan camorrista Belforte di Marcianise (Ce), accompagnate da sequestri di beni per un valore di 10 milioni. Sul fronte antimafia «il lavoro è intensissimo», ha dichiarato il ministro in conferenza stampa, «il modello Caserta ha dato ottimi risultati e continua ad essere molto operativo e molto efficace. C’è la volontà di andare avanti e aggiungere ancora ulteriori successi». Cancellieri ha anche assicurato l’attenzione delle Forze dell’ordine sul pericolo di inquinamento del voto per le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio. La questione, ha concluso sul punto, «viene affrontata costantemente dalle prefetture».

La titolare del Viminale, che ha aperto la sua giornata nel casertano portando dei fiori sulla tomba di don Giuseppe Diana, ucciso nel 1994 in un agguato camorrista a Casal di Principe, ha inoltre escluso legami tra camorra, clan dei Casalesi e il terrorismo di Al Quaeda.

Cancellieri: «Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai»

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno, in visita al comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata, ha deposto una corona di fiori alla tomba dello scrittore Leonardo Sciascia. Al ministro un messaggio dello scrittore Andrea Camilleri

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha visitato oggi il comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Il ministro è stato accolto in municipio dai tre commissari straordinari, nominati lo scorso 23 marzo, dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, dal prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino e dall’arcivescovo della Diocesi Francesco Montenegro.
«Bisogna ridare legalità a un paese così nobile come Racalmuto – ha detto il ministro, impegnato in una serie di visite e incontri – Quando mi hanno portato il provvedimento per sciogliere Racalmuto mi sono chiesta ‘ma come si fa a toccare il paese di Sciascia?’. Poi ho letto la relazione e ho visto che non si poteva fare a meno. So che Sciascia avrebbe capito. Privare un paese della possibilità di eleggere i propri rappresentanti è una forzatura da cui potrà nascere qualcosa. Fate una consulta cittadina per far sì che la voce del popolo giunga alla commissione. Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai».
Il ministro ha anche letto, nei locali della fondazione Sciascia, un breve passaggio di un’intervista rilasciata dallo scrittore nel 1987. «Un’intervista – ha detto – che deve essere una sorta di guida per tutti noi. La lotta più efficace alla mafia è quella compiuta nel nome del diritto, senza strade d’assedio, ma dando al cittadino la sua sicurezza. La democrazia non è impotente a combattere la mafia».
Annamaria Cancellieri ha chiuso la visita nel paese di Sciascia chiedendo ai cittadini di fare «quadrato attorno alla commissione prefettizia in modo che tutto quello che si potrà fare per Racalmuto lo si farà».
«Le sono infinitamente e sicilianamente grato». Così lo scrittore Andrea Camilleri si è rivolto al ministro, ringraziandola. «L’invito da Lei raccolto – ha scritto Camilleri – rappresenta un atto di sostegno per quanti lottano affinchè sia estirpata la malapianta della criminalità».

Nuove difese contro i tentativi di infiltrazione mafiosa in Emilia Romagna

da Ministero dell’Interno

Alla presenza del ministro Cancellieri, siglato a Rimini un protocollo d’intesa tra il presidente e i prefetti della regione che riguarda il settore dell’edilizia privata
Crescono gli strumenti per combattere i tentativi di infiltrazione mafiosa, anche all’interno del settore privato. In Emilia Romagna è stato sottoscritto oggi un protocollo per far fronte al rischio di ingressi sgraditi nel tessuto economico del territorio che riguarda, in particolare, l’edilizia privata.

L’accordo, tra i prefetti e la regione Emilia Romagna, è stato siglato alla presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nella Sala del Giudizio del Museo civico di Rimini. Presenti, tra gli altri, il presidente della regione Vasco Errani, l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, i rappresentanti regionali di Anci e Upi, i sindaci delle principali città emiliano-romagnole – compresi il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e il sindaco di Bologna Virginio Merola – e dei presidenti delle province.

«Dobbiamo lavorare insieme», ha osservato il ministro Cancellieri. «Facendo sinergie si ottengono sicuramente risultati significativi».

Rimini, l'intervento del ministro Cancellieri

Il protocollo prevede la dematerializzare degli adempimenti e il miglioramento dello scambio di informazioni tra le pubbliche amministrazioni. Ha durata di due anni ed è rinnovabile per un ulteriore biennio. Va a completare l’attuazione della legge regionale 11 del 2010 che ha introdotto disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata.
Grazie al protocollo, le prefetture si impegnano a considerare, tra i soggetti legittimati a richiedere la documentazione antimafia, anche le imprese affidatarie ed esecutrici di lavori per i quali è rilasciato dai comuni il permesso di costruire nel settore dell’edilizia privata. In caso di costruzioni di rilevante entità economica, il protocollo intensifica i controlli antimafia coinvolgendo l’Anci Emilia-Romagna.

«La legalità – ha sottolineato il presidente Errani – è un valore irrinunciabile per la nostra regione, e non da oggi. Questo è un ulteriore passo in avanti per estendere le cautele antimafia anche nel settore privato». «Uno dei valori che deve essere rimesso al centro – ha proseguito – è la leale collaborazione tra istituzioni, senza primogeniture o protagonismi».

Mafia, una grande questione nazionale

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno Cancellieri nel corso di un’audizione al Senato davanti alla commissione bicamerale Antimafia: «Atteggiamenti omertosi sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari a legalità debole»

È ormai il caso di parlare di «questione settentrionale». Questa mattina il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha lanciato un allarme sulla presenza di infiltrazioni mafiose nel Nord Italia.

«Recenti analisi investigative – ha riferito nel corso di un’audizione davanti alla commissione Antimafia al Senato – guardano con preoccupazione all’affermarsi, anche oltre i confini del Mezzogiorno, di atteggiamenti omertosi che sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari a legalità debole». Emergerebbe, infatti, «la pressoché totale assenza di segnali reattivi»: su 199 operatori economici vittime di atti di aggressione, solo uno ha sporto denuncia.

L’analisi secondo cui l’infiltrazione al Nord sarebbe un fenomeno confinato alle attività di riciclaggio e reinvestimento di capitali illeciti appare al ministro dell’Interno «poco attuale e fuorviante». Il pericolo maggiore, secondo Cancellieri, è percepire la questione solo come un problema criminale al quale dare una risposta prevalentemente repressiva. Invece, ha spiegato il ministro, il fenomeno «evoca aspetti di tale complessità sul piano sociale, culturale e soprattutto politico, da richiedere un impegno, severo e profondo, di uguale complessità».

«Le preoccupazioni – ha rilevato Cancellieri – nascono dalla pervasività dei fenomeni corruttivi che non solo affliggono, come ha ricordato il presidente della Corte dei Conti, il settore delle pubbliche amministrazioni, ma che rappresentano un’alterata modalità relazionale anche nei comportamenti dei privati». Trascurare il fenomeno nel privato, oltre a determinare effetti distorsivi per il mercato, lascerebbe «un varco troppo invitante per gli appetiti criminali».

Cancellieri ha segnalato anche «la difficoltà di intercettare il percorso migratorio delle organizzazioni criminali» che si mimetizzano affermando la loro presenza con modalità quasi sempre incruente. La mafia calabrese, ad esempio, «a differenza di altre consorterie, costituisce proprie strutture nei territori di nuovo insediamento».

Un altro segnale viene dai dati sui beni sequestrati. Dal 2009 ad oggi, ha riferito il ministro Cancellieri, sono stati sequestrati 5.974 beni alla criminalità organizzata nelle regioni del Nord, per un valore di circa un miliardo e mezzo di euro. Le confische hanno riguardato 1.606 beni. La maggior parte dei sequestri (2.798 per un valore di oltre un miliardo di euro) è stata fatta in Lombardia, seguono Piemonte (1.658) e Liguria (804).

Per quanto riguarda i giochi e le scommesse, ha riferito il ministro, è stata registrata «una crescita vertiginosa» che ha attirato gli interessi della criminalità organizzata e comportato, con la compulsività del gioco e il coinvolgimento dei minori, conseguenze «talora devastanti per la collettività e l’economia delle famiglie». Cancellieri ha quindi evidenziato l’opportunità di introdurre nel nostro ordinamento penale nuove norme anche se la collocazione fuori dal territorio nazionale di molte centrali di scommessa costituisce un serio ostacolo al lavoro investigativo.

Per quanto riguarda i provvedimenti di scioglimento delle amministrazioni locali per mafia, il ministro ha riferito che nei primi due mesi del 2012 ne sono stati disposti cinque, a fronte dei sei adottati complessivamente in tutto il 2011 e anche in tutto il 2010.

Nasce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame

da Ministero Interno

Siglato al Viminale dal ministro dell’Interno il protocollo d’intesa tra le Forze dell’ordine, l’Agenzia delle dogane e le aziende interessate dal fenomeno. Cancellieri: «Un punto di partenza per un problema che si va trascinando da anni»

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È un fenomeno criminale in crescita, tra i più remunerativi ed insidiosi perché colpisce sia le aziende, con ingenti perdite economiche, che le infrastrutture provocando l’interruzione di pubblici servizi essenziali, con possibili implicazioni per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Per rafforzare la prevenzione e il contrasto di questa tipologia di reato, è stato firmato oggi al Viminale il protocollo d’intesa che istituisce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame tra il ministero dell’Interno, l’Agenzia delle dogane, le Ferrovie dello Stato italiane, l’Enel, Telecom Italia e la Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche (Anie).

Il ministro dell’Interno Annanmaria Cancellieri ha commentato la nascita del nuovo organismo definendolo «un punto di arrivo ma anche di partenza per un problema che si va trascinando da anni. Un fenomeno – ha proseguito – dalle tante sfaccettature» che coinvolge il piccolo ladruncolo che rischia la vita fino alla grande organizzazione criminale che gestisce la filiera, dal furto all’esportazione del prezioso metallo all’estero.

I dati sull’entità del fenomeno sono stati illustrati dal capo della Polizia Antonio Manganelli che ha evidenziato come, a fronte di un incremento dei reati del 50% rispetto all’anno precedente, ci sia stata una «impennata positiva» anche nel contrasto da parte delle Forze dell’ordine, che ha registrato un aumento del 78% dei casi scoperti. Ma il «dato più gratificante», ha sottolineato Manganelli, è l’aumento del 90% di coloro che sono stati denunciati o arrestati. Nella maggioranza dei casi si tratta di cittadini italiani, seguiti subito dopo da rumeni che insieme rappresentano l’85% degli autori dei furti.

Particolare soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’Anie Claudio Gemme per la firma di questa intesa che «apre una nuova era di collaborazione» tra istituzioni e mondo produttivo.

Uno dei settori maggiormente colpiti, ha ricordato l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, è la rete di distribuzione dell’energia elettrica che conta decine di migliaia di cabine, con 1 milione di chilometri di cavi in rame che servono l’85% del territorio nazionale. Particolarmente grave la situazione in alcune province della Puglia e della Sicilia, dove si sono verificati circa 2.500 casi di furto. L’Osservatorio, ha sottolineato Conti, «rappresenta un’opportunità in più nel contrasto ai furti».

Un ruolo di primo piano nel contrasto a questo fenomeno spetterà all’Agenzia delle dogane che, come ha illustrato il direttore generale Giuseppe Peleggi, «attraverso il proprio circuito doganale di controllo, potrà effettuare l’analisi dei flussi, ricostruendo la filiera della logistica di riconversione e di esportazione del rame».

Anche l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato italiane Mauro Moretti  ha sottolineato la necessità di «ricostruire la filiera per giungere ai committenti dei furti», ricordando i gravi disservizi causati alla rete di trasporto ferroviario e come siano allo studio tecniche per ‘sporcare’ il rame, così da scoraggiarne il furto.

«Un positivo esempio di collaborazione tra pubblico e privato». Così il direttore della Security di Telecom Italia Damiano Toselli ha definito l’intesa, ribadendo l’importanza di risalire alla filiera, dal semplice furto alla ricettazione fino all’esportazione dell’‘oro rosso’.

Drastica riduzione degli episodi di violenza negli stadi. Cancellieri: «Sono stati fatti passi da gigante»

da Ministero Interno

In un convegno a Roma, organizzato dall’Associazione nazionale funzionari di Polizia, gli ultimi dati dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Presentato il libro ‘La Sicurezza negli stadi’

Le attività di contrasto alla violenza negli stadi stanno producendo interessanti risultati. Innanzitutto, una generale riduzione del numero degli incidenti nel corso delle manifestazioni sportive e un calo degli arresti e delle denunce. Inoltre, una maggiore presenza sugli spalti, soprattutto degli spettatori che seguono il campionato di serie B. Proprio in questi incontri, però, si registrano più casi di violenza con feriti. Ancora in controtendenza rispetto alla serie A, dove prevale la logica della sicurezza partecipata, nella categoria minore cresce l’impiego delle forze di sicurezza. Complessivamente sono stati emessi 4.747 provvedimenti DASPO, 1.059 solo in questa stagione. La tessera del tifoso si conferma un successo, avendo superato il milione di emissioni.
I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive al termine del girone di andata dei campionati professionistici di serie A, serie B e Lega Pro e divulgati questa mattina nel corso di un convegno presso l’Hotel Quirinale a Roma.

Sono intervenuti il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e il capo della Polizia Antonio Manganelli. Presenti, inoltre, il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano, il vice capo di Gabinetto vicario Vincenzo Cardellicchio, il questore di Roma Francesco Tagliente, il nuovo presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive Pasquale Ciullo, il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, l’onorevole Alfredo Mantovano, l’onorevole Emanuele Fiano. In sala anche i ragazzi delle scuole superiori Righi e Sereni.

Copertina 'La sicurezza degli stadi'«Dall’anno zero – quello in cui è stato ucciso l’ispettore Filippo Raciti – sono stati fatti passi da gigante» ha commentano il ministro Cancellieri nel corso del suo intervento. Il ministro, inoltre, ha lodato la presa di coscienza delle società calcistiche che hanno staccato ogni legame con gli ultrà e l’attività dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive per la normativa e la messa in sicurezza degli stadi. «Ora dobbiamo fare un salto di qualità», ha poi aggiunto il ministro, «augurandoci che vengano costruiti nuovi stadi più funzionali e lontani dai centri cittadini».
Inoltre, ha detto, «bisogna che la gente si riappropri della partita» perché «vedere una partita allo stadio è tutta un’altra cosa che vederla in tv, è una festa di popolo, un rito festoso».
«Il sogno – ha auspicato anche il capo della Polizia Manganelli – è uno stadio senza forze di polizia e senza divisori in cui la sicurezza è garantita esclusivamente da addetti delle società sportive».

Nel corso dell’evento, organizzato dall’Associazione nazionale funzionari di Polizia, è stato presentato il libro ‘La sicurezza negli stadi’ – edito da Franco Angeli – curato da Roberto Massucci dell’Osservatorio sullo sport e da Nicola Gallo, funzionario di Polizia in servizio presso la questura di Ravenna. Il volume ha il patrocinio dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e contiene i contributi di magistrati, docenti universitari e psicologi di Polizia che hanno voluto così contribuire alla diffusione della cultura della sicurezza e della legalità.
«La sicurezza nelle manifestazioni sportive – ha osservato il segretario dell’Osservatorio Massucci – non può e non deve essere un problema solo della Polizia, ogni soggetto coinvolto deve assumersi le proprie responsabilità».

Nasce a Roma il Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione

Un momento della cerimonia inaugurale

C’era la folla delle grandi occasioni ieri, per ascoltare chi del tema immigrazione se ne intende davvero. Una sorta di “incontro allargato tra esperti del settore”, che si sono dati appuntamento all’inaugurazione del Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione “Roberto Iavarone”. L’incontro si è svolto a Roma, nella sede del Dipartimento della pubblica sicurezza, Direzione centrale dell’immigrazione e della Polizia delle frontiere al Polo Tuscolano.

L’omaggio del capo della Polizia a Roberto Iavarone

Roberto Iavarone, l’agente ausiliario caduto nell’adempimento del dovere il 18 settembre 1984 nel corso di un’operazione di servizio, quando venne accoltellato da un cittadino di origine slava che minacciava i passeggeri in transito all’aeroporto, è stato ricordato dal capo della Polizia Antonio Manganelli. “Roberto aveva solo 20 anni quando è stato ucciso mentre difendeva eroicamente passeggeri e impiegati all’interno dell’aeroporto di Fiumicino”. L’intitolazione del Centro di coordinamento è una traccia tangibile del sacrificio di Iavarone, motivo per cui il prefetto Manganelli è “felice che 30 anni dopo sia ancora viva la sua memoria, e questa cosa segnala anche la continuità della Polizia di Stato”.

Il direttore generale della Pubblica Sicurezza ha sottolineato come, con la costituzione del Centro nazionale è stato centrato un obiettivo: “Una cabina di regia e un coordinamento integrato tra forze di polizia e non, impegnate nel contrasto all’immigrazione irregolare”. Esso rappresenta un traguardo – prosegue Manganelli – ma stiamo cercando inoltre di integrare gli immigrati regolari, anche nelle difficoltà causate da resistenze di alcune comunità a lasciarsi integrare. Di fronte alla clandestinità applichiamo il rigore della legge ed è massimo l’impegno contro organismi criminali che lucrano sul fenomeno della tratta di esseri umani”.

L’intervento del ministro dell’Interno
Pieno di entusiasmo anche l’intervento del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, in linea con il prefetto Manganelli, al quale ha voluto rappresentare tutta la sua “gratitudine per l’intelligente lavoro e la grande passione che mette nella sua attività”. Dichiarazioni che sono apparse di piena sintonia ed amicizia nei confronti del capo della Polizia, salutate da un lungo applauso dei partecipanti.

Il ministro ha proseguito affermando che “contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina è un dovere di civiltà, contro i mercanti della vita umana, persone che contrabbandano la speranza e si arricchiscono in maniera ignobile”. Questo centro di coordinamento è stato fortemente voluto dall’Unione Europea e va nel senso di operare in rete per contrastare efficacemente il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Siamo tra i primissimi Paesi ad averlo, ed è per noi motivo di orgoglio”.

Chi c’era alla conferenza
La conferenza, moderata dal prefetto Rodolfo Ronconi, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, ha ospitato numerosi relatori. Oltre al ministro dell’Interno e al capo della Polizia, ricordiamo in successione: il responsabile dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni Josè Angel Oropeza, il direttore di Europol Rob Wainwright, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per le Frontiere Esterne Ilkka Laitinen, il sottosegretario agli Affari Esteri Staffan de Mistura e il ministro della Cooperazione internazionale e integrazione Andrea Riccardi.

LOTTA ALLE MAFIE: Nasce l’anagrafe degli esecutori per l’Expo 2015 di Milano

da Ministero dell’Interno

Firmato un protocollo contro il rischio di infiltrazioni mafiose. Cancellieri: «Il nostro Paese potrà dimostrare al mondo di essere grande»

Una piattaforma informatica permetterà di creare l’anagrafe degli esecutori dell’Esposizione Universale di Milano 2015 e di gestire online tutte le procedure per la sua realizzazione.
È una delle principali novità che sono state introdotte, per garantire trasparenza ed evitare il rischio di infiltrazioni mafiose, dal ‘Protocollo di legalità per il contrasto ai fenomeni di infiltrazione criminale negli appalti concernenti le opere essenziali in vista di Expo 2015’.

Protocollo Expo 2015 MilanoL’accordo è stato siglato questa mattina nella prefettura di Milano alla presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. Una «cornice quadro mai vista in Italia» che, secondo il ministro, può divenire un punto di riferimento per tutto il Paese.
Il protocollo coinvolge la società Expo, il governo, la prefettura, il comune, la provincia, la regione, i sindacati e le associazioni di categoria. Il modello seguito, infatti, come ha sottolineato il ministro, è quello di «impegnarsi tutti, ognuno per la sua parte, a fronteggiare questo fenomeno, dalla mafia alla corruzione».
L’esposizione mondiale, ha osservato il ministro, «è una sfida che va raccolta, che abbiamo raccolta, e che bisogna strutturare per vincere». L’Expo 2015, ha commentato, «è una grande vetrina con cui il nostro Paese potrà dimostrare al mondo di essere grande».

Alla firma del protocollo erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, il sindaco Giuliano Pisapia e l’amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala.
Tali provvedimenti, secondo il sindaco di Milano Pisapia, saranno «argini e anticorpi» nella lotta alla mafia. «Questa volta si fa sul serio» ha detto.
«È il momento di agire» ha sottolineato anche l’amministratore delegato Sala, «con i lavori appena avviati e la gara da oltre 200 milioni per la piastra (su cui saranno costruiti i padiglioni) che verrà aggiudicata a giugno».

la scheda

Il ‘Protocollo di legalità per il contrasto ai fenomeni di infiltrazione criminale negli appalti concernenti le opere essenziali in vista di Expo 2015’ si compone di 12 articoli e prevede, come già detto, la costituzione di una piattaforma informatica denominata Si.G.Expo, un data base in cui confluiranno tutte le informazioni dei soggetti economici impegnati a qualsiasi titolo nelle realizzazioni dell’Expo. Tale patrimonio informativo sarà a disposizione delle forze di polizia e delle altre amministrazioni deputate a svolgere compiti di vigilanza. Sarà utilizzato, inoltre, per le attività di analisi sulla base delle quali i prefetti potranno avviare iniziative di verifica sul posto, con l’accesso ai cantieri da parte dei gruppi interforze.
L’accordo prevede, inoltre, la rescissione del contratto per tutte le aziende che non passano le verifiche antimafia e per chiunque non denunci tentativi di estorsione o minacce.
La prefettura rilascerà i certificati antimafia e tutti i contratti, compresi quelli in subappalto, conterranno una clausola che prevede la rescissione del contratto qualora, dopo la firma, i controlli antimafia risultassero positivi.
Un’attenzione particolare è stata dedicata a settori delicati come lo smaltimento dei rifiuti, il movimento terra e il trasporto del materiale in discarica.
Il personale addetto ai cantieri e i mezzi in uso saranno costantemente monitorati e registrati su un settimanale di cantiere.
Il protocollo rientra in una più ampia strategia, messa in campo dal Governo in attuazione degli obblighi internazionali assunti con il Bureau International des Expositions (BIE), che comprende diversi provvedimenti. Tra questi, le linee-guida del Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere (CCASGO) del 19 aprile 2011; inoltre, la costituzione del GICEX – il Gruppo di analisi interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza – che affianca la prefettura di Milano per gli approfondimenti informativi e di analisi; infine, lo strumento delle white list inserito con il D.P.C.M. del 18 ottobre 2011.